martedì 26 giugno 2007

La norma UNI 7129 terza edizione - Le Novità (1° Parte)

Nel mese di Dicembre 2001, l’UNI ha pubblicato la terza edizione della norma UNI 7129: Impianti a gas per uso domestico alimentati da rete di distribuzione - Progettazione, installazione e manutenzione.




Quest’ultima edizione non costituisce una completa revisione della normativa precedente, come da tempo ci si aspettava, ma più semplicemente è un coordinamento dei documenti normativi esistenti ed un loro aggiornamento.
La norma UNI 7129/01 infatti incorpora la precedente UNI 7129 del 1992 ed i relativi fogli di aggiornamento A1 del 1995 e A2 del 1997, introduce delle novità sui criteri di esecuzione dell'impianto e soprattutto sulle caratteristiche qualitative dei materiali e dei prodotti da impiegare.
Detti aggiornamenti si sono resi necessari per allinearci alla normativa europea nel frattempo promulgata e che, in un primo tempo, si pensava dovessero essere pubblicati a parte, in un terzo foglio di aggiornamento.
Comunque, la pubblicazione di un testo coordinato ha certamente contribuito a migliorare la chiarezza espositiva e ad agevolare la comprensione del documento normativo nel suo insieme. La nuova norma UNI 7129/01 contiene le prescrizioni per la progettazione, installazione, messa in servizio e manutenzione degli impianti ad uso domestico o similare alimentati da gas combustibile distribuito tramite rete pubblica. Si applica alle nuove installazioni ed al rifacimento anche parziale degli impianti interni (a valle del contatore), all’installazione degli apparecchi utilizzatori di portata termica nominale singola non superiore a 35 kW, ai sistemi di ventilazione dei locali d’installazione degli apparecchi ed ai sistemi di evacuazione dei prodotti della combustione. E’ bene precisare che la norma UNI 7129 del dicembre 2001 non è pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana in quanto non è stata ancora approvata tramite apposito decreto ministeriale, come previsto dall’art. 3 della L.1083/71.
Ad oggi dunque, solo la norma UNI 7129 del 1992 e i suoi due fogli di aggiornamento FA1 e FA2, sono da considerare presunzione legale della regola dell’arte ai sensi dell’art. 3 della L.1083/71 in quanto recepiti attraverso appositi decreti ministeriali. E’ a loro che ci si deve riferire per l’eventuale applicazione delle sanzioni penali previste dalla L.1083/71, per i trasgressori.
Al momento, dunque la UNI 7129/01 è solo una norma di buona tecnica ai sensi dell’art. 5 c.3 del DPR 447/91, regolamento di attuazione della L.46/90 il quale, ricordiamo, prevede unicamente sanzioni amministrative. In ogni caso la UNI 7129/01 è la norma che l’installatore abilitato ai sensi della L.46/90 deve rispettare per la realizzazione a regola d’arte degli impianti a gas ed è il corretto riferimento da riportare nella dichiarazione di conformità dell’impianto che deve rilasciare al termine dei lavori.
Nel panorama normativo europeo non esiste attualmente una norma di sistema che affronti in modo organico e globale la valutazione dei rischi connessi con gli impianti a gas ad uso domestico e similare. La norma UNI EN 1775, che riguarda gli impianti a gas negli edifici, tratta solo gli aspetti connessi con l’installazione delle tubazioni dell’impianto interno e si limita, in linea con le strategie comunitarie, a rivestire un ruolo di riferimento, di individuazione dei principi generali comuni, atti ad orientare la regolamentazione dei singoli Paesi, senza però incidere sulle realtà normative già esistenti.
In Italia dunque la norma europea UNI EN 1775 non sostituisce, ma piuttosto integra la norma UNI 7129. Quest’ultima sviluppa in modo globale e dettagliato il problema della valutazione dei rischi connessi con l’utilizzo degli impianti a gas per uso domestico e similare e rappresenta il riferimento normativo per la realizzazione a regola d’arte di tali impianti, secondo quanto prescritto dalla vigente legislazione nazionale di sicurezza:
la Legge 6 dicembre 1971, n°1083: “Norme per la sicurezza dell'impiego del gas combustibile” e la Legge 5 marzo 1990, n° 46 “Norme per la sicurezza degli impianti”.

Le novità


Di seguito si presuppongono noti i contenuti della norma UNI 7129 del 1992 e dei suoi due fogli di aggiornamento: FA1 e FA2 e vengono illustrati e commentati i soli aspetti innovativi introdotti dall’ultima edizione: la norma UNI 7129/01.

Campo di applicazione


Il campo di applicazione della norma rimane sostanzialmente quello di prima. Ci si auspica che in una prossima edizione venga specificata la pressione massima di esercizio dell’impianto interno che, comunque, non dovrebbe superare i 0,5 bar.

Riferimenti normativi


Un’importante innovazione è costituita dalla sezione dei riferimenti normativi che si presenta notevolmente arricchita e consente di individuare prontamente le norme alle quali i materiali, gli apparecchi ed i componenti devono rispondere. Tali informazioni sono utili anche all’installatore che deve compilare la relazione sulla tipologia dei materiali ed allegarla obbligatoriamente alla dichiarazione di conformità dell’impianto.

Termini e definizioni


L’edizione del 2001 della norma UNI 7129, come le precedenti, non dispone di una sezione specifica per i termini e le definizioni in quanto fa riferimento alla norma UNI 7128, la cui ultima edizione è del 1990. Sarebbe opportuno un suo aggiornamento per allinearla con la più recente normativa, anche europea. Solo a titolo di esempio sarebbe opportuno:
• aggiornare la definizione di impianto interno, aggiungendo esplicitamente che gli apparecchi utilizzatori ne sono esclusi, per coordinarla con la definizione data dalla UNI EN 1775;
• rendere omogenee le condizioni di riferimento sia per la portata in volume, attualmente riferita a TPS (15°C -1013 mbar), che per il potere calorifico del gas, attualmente riferito a TPN (0°C - 1013 mbar);
• aggiornare la definizione degli apparecchi nei quali l’evacuazione dei prodotti della combustione viene attivata a mezzo di un ventilatore che forma parte integrante dell’apparecchio. Tali apparecchi non si dicono più a tiraggio forzato bensì apparecchi muniti di ventilatore.

Tubi, collegamenti ed accessori


Tubi di acciaio
I tubi di acciaio con saldatura longitudinale, quando adottati per l’impiego interrato, devono essere del tipo idoneo per una pressione di esercizio fino a 5 bar e devono possedere caratteristiche qualitative conformi alla norma UNI EN 10208-1.
Il vecchio riferimento normativo alla qualità dei tubi di acciaio, la UNI 9034, è meno preciso e puntuale poichè riguarda tutti i materiali ed i sistemi di giunzione. Tra l’altro, la UNI 9034 ha per campo di applicazione i soli impianti esterni: le reti di distribuzione e le derivazioni d’utenza. Al contrario, la norma UNI 7129 si applica esclusivamente agli impianti interni; quelli cioè che si trovano a valle del contatore o, in sua assenza, a valle della valvola d’intercettazione generale d’utenza.
I tubi di acciaio possono essere collegati per saldatura di testa oppure con raccordi a filettare. I collegamenti meccanici tramite flange o giunti a tre pezzi non sono previsti dalla norma.
I nuovi riferimenti normativi per la raccorderia dei tubi di acciaio sono i seguenti:
• la EN 10253-1 (che sostituisce la UNI ISO 3419) per raccordi di acciaio per le giunzioni a saldare di testa per fusione;
• la UNI ISO 50 e la EN 10241 (che sostituisce la UNI ISO 4145) per i raccordi di acciaio con le estremità a filettare;
• la UNI EN 10242 (che sostituisce la UNI 5192) per i raccordi di ghisa malleabile per le giunzioni a filettare.
Le giunzioni filettate dei tubi di acciaio devono essere eseguite con l’impiego di raccordi con filettatura UNI ISO 7-1, a tenuta sul filetto. Detta tenuta può essere ulteriormente migliorata con l’aggiunta di idonei materiali, quali:
• composti di tenuta non indurenti (UNI EN 751-2), eventualmente uniti a fibre di supporto tipo: canapa, lino o fibre sintetiche, purchè specificamente dichiarati idonei dal costruttore; con la sola avvertenza che la fibra di canapa non è ammessa per l’impiego con GPL;
• nastri di fibra sintetica non tessuta impregnati di composto di tenuta non indurenti (UNI EN 751-2); • composti di tenuta anaerobici, indurenti (UNI EN 751-1);
• nastri di politetrafluoroetilene (PTFE) non sinterizzato (UNI EN 751-3).

Per il corpo dei rubinetti, da installare sulle tubazioni di acciaio, sia in vista sia in pozzetti o scatole ispezionabili non a tenuta, è ammesso l’impiego dell’acciaio, dell’ottone e della ghisa sferoidale. Con l’ultima edizione della norma è stato ammesso anche l’impiego del bronzo.

Tubi di rame


La norma di riferimento per le caratteristiche qualitative e dimensionali dei tubi di rame è la UNI EN 1057 che sostituisce la UNI 6507.
In realtà, la UNI EN 1057 era già citata nel foglio di aggiornamento A2 ma solo nella sezione dei riferimenti normativi, in quanto, nel corpo della norma si faceva ancora riferimento alla UNI 6507. Per i tubi di rame, fino al diametro esterno di 54 mm, gli spessori minimi da adottare sono quelli indicati nell’edizione precedente. Per i diametri superiori, invece, è necessario ricorrere all’impiego di tubi di rame con gli spessori massimi raccomandati dalle disposizioni europee (UNI EN 1057).
Per la posa interrata, non è più previsto l’impiego dei tubi di rame con spessore minimo di 2 mm, praticamente impossibili da reperire sul mercato con i diametri di normale impiego. Le nuove disposizioni prevedono che la tubazione di rame interrata debba essere protetta contro le aggressioni del terreno mediante un idoneo rivestimento esterno di materiale plastico (secondo UNI 10823).
La giunzione dei tubi di rame può avvenire tramite saldatura oppure mediante giunzione meccanica. La saldatura tra i tubi di rame può essere realizzata solo per giunzione capillare con brasatura, secondo le specifiche della UNI EN ISO 4063, utilizzando idonei raccordi, conformi alla norma UNI EN 1254-1 oppure UNI EN 1254-5. Con l’impiego dei raccordi UNI EN 1254-1, la giunzione dei tubi di rame può avvenire sia per brasatura dolce, con leghe per brasatura UNI EN 29453, sia per brasatura forte, con leghe per brasatura UNI EN ISO 3677.
Viceversa, se si impiegano i raccordi UNI EN 1254-5, i tubi di rame possono essere collegati solo mediante brasatura forte, con leghe per brasatura UNI EN ISO 3677.
Non è più prevista la saldatura di testa dei tubi di rame (praticamente impossibile da realizzare, dati gli esigui spessori delle tubazioni).
La giunzione meccanica dei tubi di rame può essere eseguita adottando dei raccordi a compressione speciali, UNI EN 1254-2, che hanno la caratteristica di essere facilmente smontabili e rimontabili, come prescritto dalla UNI EN 1775.
Detti raccordi possono essere adottati, sia pure con alcune limitazioni, per la giunzione dei tubi di rame nei tratti di posa in vista e in quelli sotto traccia mentre invece non sono ammessi nella posa interrata.
Ogni altro tipo di giunzione meccanica dei tubi di rame (giunzione filettata o flangiata) non è prevista dalla norma. Le giunzioni miste tra tubo di rame e tubo di acciaio e quelle per il collegamento dei rubinetti, dei raccordi portagomma e di altri accessori, devono essere realizzate con raccordi misti speciali, conformi alla norma UNI EN 1254-4.
Tali raccordi, da un lato, permettono il collegamento alla tubazione di rame mediante giunzione capillare con brasatura oppure giunzione meccanica a compressione smontabile e, dall’altro, consentono la giunzione alla tubazione di acciaio, tramite filettatura o saldatura.


Per il corpo dei rubinetti da installare sulle tubazioni di rame, sia a vista sia in pozzetti o scatole ispezionabili non a tenuta, oltre che l’ottone, il bronzo e l’acciaio, è ora ammesso anche l’impiego della ghisa sferoidale.

Tubi di polietilene


Le novità introdotte dall’ultima edizione della UNI 7129 non riguardano tanto le caratteristiche qualitative e dimensionali dei tubi di polietilene quanto invece le loro modalità di giunzione.
Vengono infatti individuati i riferimenti normativi sia per la saldatura per elettrofusione sia per saldatura di testa per fusione. Più precisamente, la giunzione per elettrofusione deve essere eseguita secondo la UNI 10521 mentre la giunzione per saldatura di testa per fusione deve essere eseguita per contatto con degli elementi termici, secondo la UNI 10520.
In alternativa i tubi di polietilene possono essere uniti tramite raccordi e pezzi speciali anch’essi di polie-tilene sia del tipo saldabili per fusione mediante elementi riscaldanti, secondo UNI 8849, sia saldabili per elettrofusione, UNI 8850.
Le giunzioni miste tra tubo di polietilene e tubo metallico (acciaio o rame) devono essere eseguite tramite l’impiego di raccordi speciali polietilene-metallo. Tali raccordi, da un lato, devono avere l’estremità idonea per la saldatura al tubo di polietilene e dall’altro lato, devono permettere la giunzione alla tubazione metallica mediante filettatura o saldatura (o brasatura). Non sono previste le giunzioni miste flangiate, permesse invece sugli impianti di maggior potenza (DM 12 aprile 1996).
In nessun caso, il giunto di transizione, che collega la tubazione di polietilene alla tubazione metallica e quindi permette la fuoriuscita della condotta del gas dal terreno, può sostituire il giunto dielettrico che deve sempre essere previsto fuori terra, nelle immediate vicinanze della fuoriuscita della tubazione metallica dal terreno.
Non è obbligatorio collocare il giunto di transizione entro un pozzetto ispezionabile non a tenuta. Il corpo dei rubinetti da installare sulle tubazioni di polietilene (in pozzetti ispezionabili non a tenuta), oltre che di ottone, di bronzo e di acciaio, con la UNI 7129/01 può anche essere di polietilene. I rubinetti con il corpo di polietilene sono oggetto di un progetto di norma in ambito CEN (norma prEN 1555-4).

Rubinetti gas


Indipendentemente dal materiale delle tubazioni, i rubinetti del gas: sia quelli a sfera che a maschio conico con fondo chiuso, a comando manuale, devono essere conformi alla norma UNI EN 331. Finalmente l’impiantista deve solo appurare che il rubinetto sia conforme alla norma UNI EN 331 senza più preoccuparsi di dettagli costruttivi, di cui risulta responsabile il costruttore, quali la sezione libera di passaggio che, nelle precedenti edizioni della norma, doveva essere almeno pari al 75% della sezione della tubazione sulla quale il rubinetto era montato.

Posa delle tubazioni


Nel posare le tubazioni del gas in vista, sotto traccia o interrate, l’impiego del gesso o di altri materiali igroscopici è assolutamente da evitare in quanto possono aggredire e danneggiare le condotte.

Attraversamenti di strutture e di locali


L’attraversamento di un’intercapedine chiusa (ad esempio: intercapedini d’aria nelle pareti oppure intercapedini chiuse e prive di aerazione formate dalla presenza di contromuri) deve avvenire collocando la tubazione del gas in un tubo guaina di acciaio, il cui spessore, precisa la norma UNI 7129/01, deve essere di almeno 2 mm.
In un locale classificato con pericolo d’incendio (autorimessa, box, magazzino di materiali combustibili), non è ammessa l’installazione di un qualsiasi apparecchio a gas. E’ tuttavia ammesso che la tubazione del gas possa attraversare il locale a maggior rischio d’incendio a condizione che venga protetta, per tutto il tratto di attraversamento, entro una struttura incombustibile (di classe 0 di reazione al fuoco secondo UNI 9177).

La norma prevede due modalità di protezione della tubazione del gas a seconda che venga posata in vista oppure sotto traccia. In caso di attraversamento in vista, la tubazione del gas deve essere protetta entro un tubo guaina metallico, non necessariamente di acciaio, con diametro interno di almeno 10 mm maggiore rispetto al diametro esterno della tubazione del gas e con uno spessore non inferiore a 2 mm. Lo spessore del tubo guaina risulta peraltro indipendente dal tipo di materiale di cui è costituito (acciaio, rame, alluminio, ecc.).
All’interno del tubo guaina metallico, la tubazione del gas, se di acciaio, deve essere giuntata esclusivamente mediante saldatura di testa mentre, se di rame, deve essere posata in un tratto unico, priva di qualsiasi tipo di giunzione. Allo scopo risulterà idoneo l’impiego di una matassa di rame ricotto.
Lungo tutto il tratto di attraversamento del locale con pericolo d’incendio, la tubazione del gas può anche essere disposta sottotraccia. Infatti, tale modalità di posa, se realizzata secondo quanto prescritto dalla norma, è ritenuta idonea a proteggere convenientemente la tubazione. Sotto traccia, la tubazione del gas di acciaio deve essere giuntata esclusivamente mediante saldatura di testa. La tubazione del gas di rame, invece, deve essere posata in un tratto unico in quanto non è ammesso alcun tipo di giunzione. In pratica si dovrà utilizzare una matassa di rame ricotto.
Nell'attraversamento di muri e di solette, il tubo del gas deve essere protetto in un tubo guaina che può essere metallico oppure di plastica, purchè non propagante la fiamma e adatto alla posa entro murature. Sono considerati idonei gli stessi tubi guaina rigidi o pieghevoli impiegati per le installazioni elettriche e conformi alla norma CEI EN 50086.

I materiali impiegati per la sigillatura (quando richiesto) dell'intercapedine fra il tubo guaina e la condotta del gas devono essere di tipo non indurente. Sono considerati idonei l’asfalto ed il cemento plastico. In tutti i casi di attraversamento entro un tubo guaina, la tubazione del gas non può essere di polietilene.

Divieti d’installazione


All’elenco dei luoghi proibiti per l’installazione delle condotte del gas, già previsti dalla precedente edizione della norma UNI 7129, vengono aggiunti gli ulteriori divieti di posa nei giunti di dilatazione e nei giunti sismici degli edifici.

Rubinetto d’intercettazione generale



Ai sensi della norma UNI 7129/01, analogamente a quanto prescritto nelle precedenti edizioni, il rubinetto d’intercettazione generale dell’utenza posto all’interno dell’abitazione, immediatamente a ridosso del muro perimetrale attraversato, è sempre obbligatorio tranne nel caso in cui il contatore, sia pure ubicato all’esterno, risulta accessibile all’utente perchè, ad esempio, collocato su un balcone della stessa abitazione.
In tutti i casi previsti dalla norma UNI 7129, dunque, il rubinetto d’intercettazione generale deve essere sempre installato. Questo anche se ci si trova nei casi in cui, ai sensi della norma UNI 9036, se ne potrebbe fare a meno.

Posa in vista


Si definisce locale aerabile (norma UNI 10738), un locale dotato di aperture, non necessariamente di tipo permanente, rivolte verso l’esterno dell’edificio, con la funzione di ricambiare l’aria per evitare la formazione di una miscela con tenore pericoloso di gas combustibile in aria.
Dette aperture, ad esempio, possono essere le stesse finestre o porte finestra del locale, purchè con serramenti apribili. Ebbene, in un locale aerabile, le tubazioni del gas di acciaio, installate in vista, possono essere collegate tra di loro e agli eventuali accessori (rubinetti, ecc.) tramite saldatura di testa per fusione o mediante raccordi filettati.
Nello stesso locale aerabile, le tubazioni del gas di rame, installate in vista, devono essere collegate tra di loro e agli eventuali accessori (rubinetti, ecc.) esclusivamente mediante giunzione capillare con brasatura, o anche tramite raccordi meccanici.
Nei locali non aerabili, le tubazioni del gas installate in vista, se di acciaio, devono essere giuntate solo per saldatura di testa per fusione mentre invece, se di rame, devono essere unite esclusivamente mediante giunzione capillare con brasatura.
Nei locali non aerabili, la norma UNI 7129 non prevede la possibilità d’impiego dei raccordi meccanici a compressione smontabili per il collegamento dei tratti di tubazione di rame in vista. Purtroppo, nell’attuale edizione della norma, il loro impiego non è previsto neppure nei locali aerabili, per l’unione dei tubi di rame collocati in vista. Di conseguenza l’utilizzo dei raccordi meccanici a compressione smontabili, che la norma comunque ammette, sembra attualmente previsto per la giunzione delle tubazioni di rame, posate in vista, all’esterno dell’edificio.
Le tubazioni di acciaio, installate in vista, devono essere dotate di un’adeguata protezione anticorrosiva esterna che può essere ottenuta tramite zincatura a caldo, secondo UNI EN 10240, oppure con periodiche verniciature. Nessuna particolare protezione è prevista per le tubazioni di rame in vista in quanto la loro superficie si passiva da sola con il tempo.

Posa sotto traccia


In un locale aerabile, le tubazioni del gas di acciaio, installate sotto traccia, possono essere collegate tra di loro e agli eventuali accessori (rubinetti, ecc.) tramite saldatura di testa per fusione o mediante raccordi filettati. I rubinetti e le giunzioni filettate devono essere collocati in vista oppure entro apposite scatole ispezionabili, non a tenuta verso il locale aerabile.
Nel locale aerabile, le tubazioni del gas di rame, installate sotto traccia, possono essere collegate tra di loro e agli eventuali accessori (rubinetti, ecc.) mediante giunzione capillare con brasatura oppure, se posate entro una parete di muratura piena, anche tramite raccordi meccanici a compressione smontabili (modalità di collegamento non prevista nella precedente edizione della norma).
Sia i raccordi meccanici a compressione che gli eventuali rubinetti devono comunque essere collocati in vista oppure entro apposite scatole ispezionabili, non a tenuta verso il locale aerabile. Nei locali non aerabili, le tubazioni del gas di acciaio, installate sotto traccia, devono essere giuntate solo per saldatura di testa per fusione mentre invece quelle di rame, installate sotto traccia, devono essere unite esclusivamente mediante giunzione capillare con brasatura.
Indipendentemente dal fatto che il locale sia aerabile o non aerabile, la tubazione del gas, quando è posata sotto traccia entro pareti costituite da muri in mattoni forati o comunque contenenti cavità, deve essere protetta in un tubo guaina da murare con malta di cemento. Per tutto il tratto all’interno del tubo guaina, tra una scatola ispezionabile non a tenuta e la successiva, la conduttura del gas non deve presentare giunzioni di alcun tipo, neppure saldature. Una tale prescrizione rende più difficile l’impiego del tubo di acciaio UNI8863 a favore del tubo di rame ricotto in matasse (R220 EN 1173).
Nel disporre la tubazione occorre fare attenzione a non sigillare le estremità dell’intercapedine tra il tubo del gas ed il tubo guaina (nelle scatole d’ispezione non a tenuta) quando queste si affacciano sui locali interni. Viceversa, quando un’estremità prospetta verso l’esterno dell’edificio mentre l’altra si affaccia all’interno di un locale, ad esempio in occasione dell’attraversamento della parete perimetrale dello stesso edificio, è necessario sigillare la sola estremità dell’intercapedine che si affaccia verso il locale interno.
Come tubo guaina si possono adottare i tubi metallici oppure quelli di plastica, rigidi o flessibili, purchè non propaganti la fiamma. Sono idonei i tubi guaina impiegati per le installazioni elettriche, conformi alla norma CEI EN 50086 e adatti alla posa nelle strutture murarie. Il tubo guaina deve avere un diametro interno di almeno 10 mm superiore al diametro esterno del tubo del gas.
Le tubazioni metalliche, di acciaio o di rame, quando sono posate sotto traccia, devono essere collocate entro una fascia di larghezza non superiore a 200 mm, parallela agli spigoli della parete, del pavimento o del solaio interessati; con l’esclusione dei soli tratti terminali, di allacciamento agli apparecchi, che devono comunque essere i più brevi possibile.
L’esistenza dei tratti di tubazione sotto traccia nelle fasce consentite, deve essere correttamente segnalata, anche mediante disegni. La nuova edizione della norma UNI 7129 precisa che se la tubazione del gas viene collocata nella fascia inferiore della parete, quella che corre parallelamente al pavimento, è consigliabile disporla nella metà superiore dalla banda, ad un’altezza, dal pavimento finito, compresa tra i 10 e i 20 cm. Ciò allo scopo di evitare un suo possibile danneggiamento in seguito ad eventuali lavori successivi quali, ad esempio, la posa del battiscopa. Se, nonostante tutto, si volesse posare la tubazione sotto traccia, ad un’altezza dal pavimento inferiore ai 10 cm, allora si è obbligati a segnalarne la presenza in modo chiaro, visibile e permanente.
La norma, come già nelle edizioni precedenti, non prevede la posa sotto traccia delle tubazioni del gas sul lato esterno dei muri perimetrali e nelle intercapedini comunque realizzate.
(fine I° parte)


Fonte: www.progettogas.it


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